L’avventura di due sposi

26.05.2021

racconto di Italo Calvino
esercizio di scrittura di Daniele Comberiati 
 
Ci sono tanti aspetti diversi che mi hanno sempre colpito in questo racconto e che ogni volta che lo rileggo - a volte a distanza di mesi, a volte anche di anni - mi colpiscono ancora, ma in modo diverso. Calvino è anche lo scrittore che ha dato una delle più belle definizione dei "classici": un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire. Per questo a distanza di secoli e di millenni rileggiamo l'Iliade e l'Odissea, per questo rivediamo dei film di decenni fa emozionandoci ogni volta, anche se conosciamo a memoria il finale e a volte perfino le battute degli attori. E L'avventura di due sposi è così, un piccolo classico, semplice, apparentemente anche banale, che però in sole tre pagine racchiude un mondo, anzi più mondi: il mondo interiore dei due protagonisti, Arturo ed Elide, e il mondo circostante, che non è mai descritto direttamente, ma sempre attraverso la percezione che ne hanno i due sposi.

Soprattutto in questo ultimo anno e mezzo, in cui siamo usciti poco da casa e abbiamo dovuto reimparare a vivere gli spazi interni, questo racconto ancora una volta sembra parlarci e mostrarsi attuale; la casa della coppia è l'unico spazio che Calvino descrive direttamente: vediamo il bagno, la camera da letto, il letto, l'ingresso, la cucina dove mangiano la sera, in quello che è il momento più lungo che i due sposi passano insieme. Il resto, il mondo esterno, esiste solo come percezione di Arturo ed Elide: in parte come rumori che provengono dall'esterno (il tram, le scarpe sulle scale, la porta che si apre e si chiude), in parte come un messaggio che uno dei due sposi porta all'altro (Elide che sente dalla giacca di Arturo che tempo fa fuori), in parte infine attraverso la descrizione di elementi apparentemente inutili e invece fondamentali per la comprensione del racconto, come il lavoro dei due protagonisti, il quartiere dove vivono, il tipo di relazione che hanno.

Calvino qui sembra aver anticipato, molto prima che andassero di moda, gli insegnamenti delle scuole di scritturanegli Stati Uniti, che ad ogni aspirante scrittore dicono: non raccontare, fai vedere piuttosto! L'obiettivo è quello di non inserire elementi inutili che possano appesantire la narrazione e fare in modo che ci sia un equilibro nel testo. Quindi non spiegare ma far arrivare il messaggio attraverso la storia. Se ci facciamo caso, nelle tre pagine del racconto, tutto è perfettamente necessario; Calvino parla di una cosa solo se questa è fondamentale per la narrazione e così facendo riesce a darci tantissime informazioni: il tipo di rapporto fra Arturo ed Elide, il loro lavoro e la loro situazione sociale, ma anche il contesto economico italiano dell'epoca (siamo nel 1958, alle soglie del boom economico e in Italia si sviluppa il lavoro in fabbrica che modifica anche le modalità di relazione fra le persone).

Anche la psicologia dei protagonisti è evocata: alla fine del racconto capiamo perfettamente chi sono e come pensano - almeno all'interno della coppia -, anche se apparentemente abbiamo poche informazioni. Ma quelle che abbiamo ci bastano proprio perché non ci schiacciano: Calvino infatti si dimostra molto rispettoso anche con il lettore, che ha la possibilità non solo di seguire la storia, ma anche, attraverso l'evocazione di alcuni elementi, di immaginarla e di fare un lavoro creativo attraverso la lettura. È questo che ci affascina quando vediamo un film o leggiamo un libro e ci identifichiamo con i personaggi: possiamo vivere le loro vite, ma possiamo anche cambiarle, adattarle alle nostre e alla fine modificarle, facendo in modo che un cambiamento virtuale, che avviene solo sulla pagina scritta o sullo schermo, abbia delle conseguenze reali nelle nostre esistenze.

Due esercizi che si possono fare, secondo me molto utili per capire come si costruisce un racconto sono:

1. Disegnare (anche mentalmente) gli spazi della casa che Calvino descrive e operare un piccolo cambiamento. Il letto, in cui ognuno dei due sposi dorme nella stessa parte, è il luogo più intimo del loro rapporto e al tempo stesso quello che ne mette in rilievo la solitudine, infatti apre e chiude la narrazione. Me che cosa succederebbe se cambiassimo il luogo? Se per esempio mangiando la sera in cucina si guardassero negli occhi senza dire niente il loro rapporto cambierebbe?2. Calvino descrive una giornata settimanale tipica dei due lavoratori. Ma come passano le domeniche, ad esempio? O una settimana di vacanza? Che succede a due persone costrette a vivere una relazione vedendosi pochissimo quando hanno improvvisamente una giornata intera o più per stare insieme?

link per leggere il racconto

rappresentazione esercizio di superuomoelasuasuperdonna
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