Recensione di Sortilegi: fiabe di paura e superstizione nel 1600

08.02.2023

Recensione del libro Sortilegi di Bianca Pitzorno

Sortilegi di Bianca Pitzorno è stato pubblicato per la prima volta da Bompiani nel 2021.

Incuriosita dalla trama, ho acquistato l'edizione rilasciata nel febbraio 2023 in occasione della promo Bompiani 1+1, e sono riuscita a leggerlo in un pomeriggio.

Il libro è una raccolta di tre racconti che hanno come protagonisti gli abitanti di alcuni paesini italiani tra il XVII e il XX secolo.

La strega, che occupa quasi interamente il libro, è una storia di stregoneria ambientata nella Toscana del 1600, simile quasi ad un resoconto storico per la terminologia usata e l'accuratezza dei dettagli, frutto di una lunga ricerca nei documenti dell'epoca e nei saggi che trattano il periodo (come spiega Pitzorno in una nota finale). In questo racconto seguiamo la vita di Caterina, unica superstite della sua famiglia e del suo piccolo villaggio, entrambi sterminati dalla peste. Caterina sopravvive e cresce sola nella sua casa, isolata dal resto della mondo, nell'ingenua convinzione di essere l'ultima persona rimasta in vita sulla faccia della terra; molti anni dopo, ormai adulta, verrà presa di mira dagli abitanti del paese vicino, che riconosceranno nella sua solitudine, nei suoi atteggiamenti e nella sua bellezza i tratti di una strega, e dunque attribuiranno al suo maligno operato tutte le loro disgrazie.

Il secondo racconto, Maledizione, è molto più breve e lineare del primo, nella lingua come nello sviluppo della narrazione. Ambientato in Sardegna nel 1800, si mette in moto con una promessa oscura ma termina nella dolcezza delle fiabe classiche. Protagonista è una coppia di giovani innamorati in procinto di sposarsi. Il loro amore, tuttavia, scatenerà la gelosia di una nobile locale, che tenterà di vendicarsi lanciando sui due una maledizione terribile.

Profumo, il terzo e ultimo racconto, occupa pochissime pagine. Si sposta fra la Sardegna e l'Argentina della metà del '900, ma lo definirei più come un concentrato di percezioni sensoriali piuttosto che come un racconto vero e proprio. Questa ultima storia parla dei "biscotti del vento", la cui ricetta segreta è stata ereditata e custodita gelosamente da una donna sarda, Antonia, e il cui magico profumo tiene unita la sua famiglia generazione dopo generazione, nonostante ci sia un oceano a separarli.

Ho apprezzato molto la flessibilità della lingua e la cura del contesto storico e geografico, ed è stato molto interessante scoprire di più sulla genesi e lo sviluppo di ogni racconto nelle note che Pitzorno ha inserito alla fine di ciascuno.

Ovviamente il racconto che ho preferito è stato il primo, un po' perché il periodo della caccia alle streghe mi affascina molto, un po' perché gli altri due, troppo brevi per i miei gusti, non mi hanno catturato allo stesso modo. Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più, ma in fin dei conti è stata una lettura piacevole.

Voto: 7/10

- alixantos