Pensieri Vaganti (KiKi)

18.04.2023

Sono stanca.

Sono stanca di incassare colpo dopo colpo,

stanca delle coltellate che bruciano ardenti.

Il mio costante pensiero: "Mollo".

Di merda ne ho vista e vissuta tanta.

Di pace ne ho sentita poca.

Io cado e mi rialzo ma affondo sempre più nel fango.

Questo tunnel sembra infinito.

- KiKi


Non mi fido facilmente,

tendo però ad essere trasparente con tutti,

la maschera non mi si addice.

La mia storia,

passata da assistente sociale a psicoterapeuta e a psichiatra,

di struttura in struttura,

la mia storia la racconto,

sono abituata, le domande che fanno le so a memoria.

Io rido, scherzo, sono solare e attiva,

ma non sempre felice.

Io chiedo aiuto, racconto, spiego,

ma non sempre mi fido.

Io abbraccio, accolgo, voglio bene.

ma ho sempre paura, sempre.

Ormai sono talmente tante le persone passate per la mia vita che se ne sono andate,

lasciandomi una ferita aperta, che non so più se la gente che si presenta alla mia porta sia vera, pura, sincera.

Eppure io la apro sempre quella maledetta porta,

perché spero.

Spero di potermi fidare veramente senza poi pentirmene,

spero di non prendere l'ennesimo schiaffo in faccia che stravolga tutto.

Perché le persone hanno sempre fatto così con me,

sono entrate stravolgendo tutto e se ne sono andate in punta di piedi.

Quindi no, non mi fido facilmente,

perché la paura inquina tutto il mio essere.

- KiKi


Ho un cassetto che straripa di etichette.

Da quando sono bambina hanno fatto qualsiasi cosa per capire il mio problema.

Io però non ho mai creduto a quello che dicevano i camici bianchi.

Le loro "diagnosi" le mettevo proprio in quel cassetto e le lasciavo lì,

a prendere polvere.

Per i camici bianchi io sarei DSA, ADHD e Borderline.

A volte sono anche stata affetta da mutismo selettivo,

semplicemente perché non parlavo, ma quando hai troppe cose da dire e nessuno ti ascolta... che senso ha parlare?

Sempre per loro sarei stata Asperger, 

perchè non guardavo negli occhi,

odiavo essere anche solo essere sfiorata nei momenti di difficoltà,

mi davano fastidio i rumori forti e avevo abitudini ben salde.

Le loro spiegazioni alle molteplici diagnosi non erano mai chiare,

c'era sempre qualcosa che non quadrava,

che non era sicuro.

Ma a me non è mai interessato,

io sono io e non importa quale problema abbia o quale sia il suo nome.

 È vero... sono sempre stata sempre un po' diversa,

ma nella mia diversità non mi ci sono mai trovata così male.

Come se dei fogli da compilare possano determinare le tue problematiche

e di fogli ne ho compilati molti, forse troppi.

Ma preferisco i fogli che riempio delle mie parole,

dei miei pensieri,

non quelli dove devi risponde vero o falso o da uno a dieci.

Il problema è che ora va di moda avere una diagnosi,

poter dire "io soffro di depressione maggiore".

Ma alla fine il mondo è così,

è sempre qualcuno a determinare chi siamo,

specialisti o non.

Io però faccio di testa mia,

mentre gli altri ci fanno i Tik Tok,

io me ne sbatto.

"Vedi cara, tutto quel che posso dire è che cambio un pò ogni giorno e che sono differente" Guccini 

- KiKi


COME NEI FILM

Vorrei fermare i pensieri come i supereroi fermano il tempo nei film.

Osservarli da vicino, poterli quasi toccare,

per vedere di cosa sono fatti e perché fanno così male.

Vorrei che la mia rabbia si calmasse come quando si calmano le onde del mare,

sentirla piatta, calma.

Questa rabbia che porto come uno zaino pesante

ormai da troppi anni.

Che brucia e invade tutta me stessa,

che mi sussurra di spaccare tutto,

di farmi del male,

di mandare tutto all'aria.

Vorrei avere delle serate tranquille,

notti senza incubi e non dover prendere delle pasticche per gestire le mie emozioni,

e quante...

quante pasticche e quante poche notti calme.

Un uomo che di uomo aveva poco

diede inizio a tutto.

Un enorme massa oscura che mi travolse e io... solo una bambina.

Crescendo incontrai persone cattive, senza rotta, senza anima.

Ed erano proiettili i loro tocchi sulla mia pelle ingenua.

Ora, ancora li tolgo,

uno ad uno dal mio corpo,

sono cento, mille, milioni.

E dei cori cantano una canzone stonata dal pianoforte,

come l'orologio che va troppo piano o troppo forte.

Una madonnina sporca di fango piange lacrime nere di rabbia,

che macchiano la speranza e il credere del mio cuore,

lo stesso cuore che forse è da spegnere perché troppo difettoso.

- KiKi


E ci scambiamo foto delle nostre vite,

pensare che non c'è stata nemmeno una vera e propria lite.

Però io ci speravo in un bel finale ma forse no,

non doveva nemmeno iniziare.

Ti penso con il buio, freddo e gelo,

penso che comunque siamo sotto lo stesso cielo.

Il mio cuore grida "Fregatene! Torna da lei!",

il mio cervello razionalmente dice "Se lui non gridasse, ti aiuterei!".

E quindi, qui, alla fermata del tram ascolto musica,

che tanto questo caos dentro di me non lo vedi nemmeno in politica.

- KiKi


E anche oggi ce l'hai fatta.

Sei sopravvissuta con qualche lacrima nascosta e una canzone che ti capisse più di qualunque persona.

Ce l'hai fatta da sola nuovamente,

senza fare rumore,

senza disturbare.

Il problema è che quando nascondi un dolore tremendo

con un sorriso e la gente che ti conosce, che comunque sa che non te la passi bene, tende a dire "vabbè ma tu sei una roccia, tu sei forte, tu passerai pure questa"

e se magari ti permetti di dire che tu stai male sul serio... nemmeno ti credono veramente, pensano sia una lamentela del momento, un capriccio.

Sei solita cavartela da sola,

mettere da parte i tuoi problemi per aiutare gli altri,

perché ti fa stare meglio.

In ogni caso solo tu puoi sapere quanto pesi il tuo dolore.

È come quando da bambini ti chiedono quanto fa male da 1 a 10,

solo che io...

me lo chiedo da sola.

- KiKi


31 LUGLIO

Mi manchi zia...

Sei volata via troppo presto ma con il sorriso,

anche se sofferente.

Io non credo in Dio,

ma sono sicura che da qualche parte,

in un posto sconosciuto all'umanità,

c'è qualcuno che ci protegge.

Forse sono solo paranoie,

ma spesso mi capita di starmene in solitudine a pensare ai miei problemi ed è successo molte volte che mi passasse davanti una farfalla bianca.

Mi piace immaginare che sia tu quella farfalla.

Io continuo ad aspettarti l'estate,

quando venivi in Italia e arrivavo a casa di nonna,

tu eri lì,

con una sigaretta in una mano e un bicchiere di rum nell'altra.

A volte spero tanto che sia solo un brutto sogno,

come se fossi in coma.

Ma quanto dura questo coma, zia?

Quanto ancora devo aspettare per poter vederti sorridermi?

Eri il mio diario segreto, 

le mie confidenze le dicevo sempre a te.

Pensare che quell'estate come sempre ti aspettavo anche se sapevo che stavi male,

infatti tu non sei arrivata ma è arrivata la chiamata di mamma che mi diceva che eri peggiorata tanto e poi nell'attimo di un respiro sei volata via.

A me il rum non piace e non fumo quanto fumavi tu,

però penso che la mia anima somigli alla tua,

anzi,

ne sono sicura.

Tu però promettimi che porterai sempre gioia ovunque tu sia.

Che strano... sei morta tu,

eppure sento di essere stata uccisa più io,

la differenza è che io sono qui e tu... tu dove sei?