Recensione della mostra di Vincent Van Gogh a Palazzo Bonaparte

20.01.2023

Lucechiara scrive: il giorno 20 gennaio siamo andati a vedere la mostra di Vincent Van Gogh a Palazzo Bonaparte (Piazza Venezia). I quadri, provenienti dal Museo Kröller Müller di Otterlo, erano suddivisi su due piani: al primo piano sono esposti i suoi primi quadri in bianco e nero, che raccontavano le faticose vite della gente più povera, dai coltivatori di patate ad una prostituta che lui stesso frequentava; al secondo piano invece ci sono i quadri a colori, che segnano un periodo di maggiore espressività e sperimentazione tramite l'uso del colore. I soggetti principali sono paesaggi naturali come campi d'erba, di fiori e di grano, insieme a degli scorci dei giardini del manicomio nel quale era stato ricoverato e ad alcuni autoritratti. Inoltre è presente una stanza animata da un'opera di tecnologia immersiva ispirata a "La notte stellata".

KiKi scrive: penso che Van Gogh sia stato un po’ sfigato perché, se fosse nato più avanti, probabilmente (anche se adesso sul trono di spade c’è la Meloni) avrebbe ricevuto aiuto per quanto riguarda la sua salute mentale. Che figata sarebbe stato averlo al centro diurno!

Piantatori di patate 1884
Piantatori di patate 1884

alixantos scrive: secondo me avrebbero dovuto esserci dei trigger warnings a segnalare che la mostra parla in maniera esplicita di malattia mentale, autolesionismo e suicidio, e per questo motivo potrebbe essere un'esperienza disturbante per chiunque stia attraversando un periodo emotivamente delicato. Inoltre non ho capito perché si sia scelto di tenere le sale al buio, l'oscurità rendeva abbastanza difficile trovare i propri compagni di gruppo e capire dove si stesse andando. Ovviamente ho preferito il secondo piano al primo perché credo che la maestria di Van Gogh sia strettamente legata al suo innovativo utilizzo del colore. A livello umano mi dispiace moltissimo per lui, perché se fosse nato nel ventunesimo secolo probabilmente sarebbe stato un compagno di Centro Diurno, e viceversa se noi fossimo nati nell’Ottocento probabilmente saremmo stati isolati dalla società come è successo a lui. Mi mette molta amarezza sapere che se solo ci fosse stata la stessa attenzione alla salute mentale che c’è adesso forse la sua storia sarebbe finita in maniera diversa. Inoltre trovo tristemente ironico il fatto che se solo l'artista fosse nato qualche decennio più tardi non sarebbe morto in povertà, considerando quanto oggi i suoi quadri siano famosi e quanto vengano sfruttati da un punto di vista di marketing (basti pensare al merchandising che gira attorno a capolavori come la Notte stellata e ai vari Girasoli!).

Il seminatore 1889
Il seminatore 1889

"Lavoro spesso con piacere e posso visualizzare la vaga possibilità di fare un giorno dipinti con un po' di giovinezza e freschezza, anche se la mia stessa giovinezza è una delle cose che ho perso."

Questa lettera a Willemien scritta  da Van Gogh a Parigi nel 1887 ha fatto riflettere A. sul tema della giovinezza: "Questo tema mi sta molto a cuore, mi tocca abbastanza. Ho 20 anni e mi sto rendendo conto, che a causa dei miei problemi, sto perdendo gli anni più belli della mia vita... che non torneranno più indietro."

M. scrive: non è adatta ad un pubblico qualunque. Non è per persone emotivamente fragili, o bambini, poiché troppo "buia" e carica di temi molto sensibili. Al primo piano l'atmosfera è tetra e l'aria cupa, trasmette tristezza, dolore, un senso di inadeguatezza e mancata capacità di essere capito; le emozioni provate sia dall'artista che dallo spettatore sono opprimenti.

Le emozioni dell'artista risultano intense e drammatiche.

Utilizzando il filtro delle emozioni dell'artista è impossibile vedere l'opera da sola e priva di emozioni.