Recensione di Prigioniero dei cannibali: l'avventura di Hans Staden ai confini del mondo

14.04.2023

Recensione di Prigioniero dei cannibali di Hans Staden

Prigioniero dei cannibali, pubblicato nel 2016 dalla Res Gestae Edizioni (costola della Mimesis Edizioni dedicata ai saggi storici) a cura del professor Amerigo Guadagnin, è la prima edizione italiana della Wahrhaftige Historia, cronaca di viaggio scritta dal soldato e mercante tedesco Hans Staden a metà del Cinquecento.

Staden nacque probabilmente ad Homberg, nell'Assia, intorno al 1525. Si imbarcò due volte per le Americhe, ma durante il suo secondo viaggio venne catturato dalla tribù indigena dei tupinamba, nell'attuale Brasile. Rimase loro prigioniero circa 9 mesi prima di riuscire a tornare in Europa nel 1555 a bordo di una nave normanna. Giunto in patria, scrisse della sua prigionia nella Wahrhaftige Historia, pubblicata nel marzo del 1557, che divenne un bestseller internazionale tradotto in tantissime lingue.

Da amante quale sono della Storia e di tutto ciò che è strano, grottesco e inquietante, sono rimasta affascinata dalle premesse e ho deciso che non potevo farmi sfuggire questo macabro resoconto storico.

L'introduzione all'opera del professor Guadagnin ricostruisce in maniera semplice ma esaustiva il contesto storico delle spedizioni europee nel Nuovo Mondo nel XVI secolo, spiega la mancanza di riferimenti alla vita privata di Hans Staden nella Wahrhaftige Historia e i problemi affrontati dagli storici nel far combaciare le date da lui indicate con le testimonianze dell'epoca, espone le reali inclinazioni d'animo che lo hanno spinto a scrivere l'opera, approfondisce il suo rapporto con Dio oltre l'ex voto e la facciata della costante esaltazione, elogia la modernità delle sue analisi e la qualità della sua narrazione.

Staden parla delle difficoltà tecniche affrontate durante i suoi viaggi nelle Americhe (fra arrembaggi, naufragi, permanenze forzate, incontri con altri europei) e della sua permanenza tra i tupinamba (ovvero come sia sopravvissuto tra loro e i fatti di cui è stato testimone) nella prima parte dell'opera, mentre racconta delle loro usanze e abitudini nella seconda parte: dai rituali cannibalistici alla preparazione di cibo e bevande, dalla costruzione delle capanne all'educazione dei giovani, dalle credenze religiose agli ornamenti, dalla disposizione sul territorio all'armamentario di guerra.

Due cose mi hanno particolarmente colpito della Wahrhaftige Historia: l'insistenza di Staden nell'attribuire la sua salvezza non alle proprie capacità (e ad un pizzico di fortuna) ma all'operato di Dio, che con il suo miracoloso intervento lo avrebbe protetto dalla triste sorte che i tupinamba riservavano ai prigionieri di guerra, al punto che più volte ripete come egli abbia scritto l'opera proprio per rendere grazie al Signore e celebrare la sua misericordia; e la sua abilità nel riportare con poche parole ciò che basta per immaginare le scene descritte nel libro, quelle di carattere antropologico come quelle religiosamente significative - la sua lingua è essenziale ma lineare ed efficace, nonostante egli non fosse una persona colta abituata alla scrittura. Il professor Guadagnin ovviamente discute di entrambi questi aspetti nella sua introduzione, dando al lettore gli strumenti per poter percepire in modo completamente diverso dettagli che altrimenti sarebbero stati visti con superficialità ed ignorati.

Ho trovato molto interessanti le descrizioni della vita e dei costumi dei tupinamba (che erano ciò che più mi incuriosiva), meno le varie peripezie di Staden, ma nel complesso è stata una lettura piacevole. La Wahrhaftige Historia è davvero un gioiellino dimenticato. Avrei voluto che la seconda parte occupasse più pagine, ma mi rendo conto che il povero Hans ha fatto del suo meglio, considerando la situazione nella quale si è trovato a "fare ricerca". Alla fine del libro è presente un'ampia sezione dedicata alle note, che arricchiscono il testo fornendo ulteriori precisazioni.

Gli appassionati dei resoconti sulle esplorazioni del Nuovo Mondo e in generale tutti coloro che trovano piacere nell'approfondire quelle parti della Storia dalle sfumature un po' più dark sicuramente apprezzeranno Prigioniero dei cannibali.

Sono molto soddisfatta della traduzione e degli approfondimenti contenuti in questa edizione, che riporta inoltre le bellissime xilografie originarie della prima edizione della Wahrhaftige Historia (quella di Marburgo).

Voto: 7.5/10

- alixantos