Recensione della mostra "Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)" al Mattatoio

19.05.2023

Venerdì 19 maggio, in collaborazione con Palazzo delle Esposizioni, abbiamo visitato la mostra di arte contemporanea "Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)", che rimarrà aperta presso il Padiglione 9a del Mattatoio di Roma fino al 27 agosto 2023.

Nel padiglione che ospita la mostra sono esposte opere di artisti italiani contemporanei realizzate tra gli anni Sessanta e i giorni nostri. Negli anni Sessanta, infatti, l'arte contemporanea ha per la prima volta abbandonato la concezione classica di opera d'arte e ha cominciato ad indagare la realtà attraverso l'utilizzo della materia. Gli artisti inseriscono letteralmente l'agricoltura e il paesaggio all'interno delle loro creazioni, sperimentando tecniche nuove ed esplorando l'evoluzione del rapporto tra uomo e natura. A testimoniare l'importanza che ha avuto l'inserimento del Naturale all'interno della pratica artistica in quegli anni, il tema dell'edizione del 1978 della Biennale di Venezia è stato proprio "Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura". Negli anni Novanta questa indagine ha ripreso vigore e continua tutt'ora, in un nuovo contesto che combina l'arte con la scienza, l'antropologia, la sociologia e la biopolitica. Dunque le opere esposte presentano diversi scopi: la natura viene vista talvolta come campo di ricerca scientifica, talvolta come fonte della nostra identità originaria, talvolta come luogo di bellezza estetica, onirica e fiabesca. Alcuni dei temi che la mostra affronta sono la biodiversità, l'antispecismo, la sostenibilità, la migrazione e la ruralità, e comune è la volontà di demolire il pensiero antropocentrico a favore di una più profonda consapevolezza ecologica.


Lucechiara scrive:  Alberto Burri si affermò al livello internazionale con la produzione dei Cretti, per realizzarli usava del materiale d'impasto ( materiali  diversi mischiati ) come la sabbia, il catrame e la pietra pomice per suggerire il fermento della materia e ottenendo delle superfici non uniformi che davano appunto l'idea della materia viva.

Altri materiali usati da Burri sono sacchi di juta, stracci e oggetti d'uso prelevati dal mondo reale.

Nei primi anni settanta (1970) produce il grande Cretto progettato per ricoprire le macerie della città vecchia di Gibellina (Sicilia) distrutta dal terremoto del 1968. Con quest'opera Burri voleva mettere in evidenza il potere rigenerativo dell'arte e realizza con delle gettate di cemento che ricostruiscono l'intreccio delle strade della città distrutta.

Nel quadro di Leone Contini "PRODUZIONE PROPRIA" l'artista mette in contrapposizione la bellezza del paesaggio toscano con le pratiche di coltivazione della terra dei migranti cinesi.

Per farlo viene utilizzato uno sfondo formato una fotografia nella quale sono ritratti alcuni contadini di Prato in posa di fronte ai loro bellissimi prodotti agricoli e una gigantografia dell'Italia con la scritta " PRODUZIONE PROPRIA", a cui sono sovrapposte delle pagine di giornali locali che riportano delle notizie di degrado, sporcizia e roghi di zone coltivate dai migranti cinesi.

Pamela Diamante utilizza la pietra paesina sovrapposta ad immagini prese dal web che rappresentano paesaggi del tutto simili a ciò che si può intravedere nei disegni naturali della paesina.

" Ringrazio la nostra guida Michela per come ha spiegato la mostra in modo giocoso. La mostra mi è piaciuta; mi ha fatto capire cos'è l'arte della natura nel mondo contemporaneo."



alixantos scrive: Non amo l'arte contemporanea, che trovo spesso banale, scialba o inutilmente complessa, ma devo ammettere che alcune delle opere esposte in questa mostra mi hanno colpito positivamente. Parte fondamentale dell'esperienza è stata la presenza di Michela, che è stata la nostra guida e ci ha spiegato in maniera magistrale il processo di ideazione e creazione dietro ciascuna opera. Queste sono le cinque opere che ho apprezzato di più: Cretto nero DGranoturco cadutoFenomenologia del sublimeProduzione propria e La danza degli attrezzi.

La tela Cretto nero D (1971) di Alberto Burri è stata progettata per Gibellina (Sicilia), ridotta in macerie da un terremoto nel 1968, e va a ricreare per mezzo della pittura la mappa della città vecchia in una composizione che mi ha ricordato la terra spaccata dal sole nei periodi di siccità. In Granoturco caduto (1968), appartenente alla serie dei Tappeti-Natura, Pietro Gilardi ha ricreato con la gommapiuma una composizione vegetale con l'obiettivo di cristallizzarla nel tempo, al riparo dalla ormai incontrollata contaminazione artificiale della natura. Fenomenologia del sublime (2020) di Pamela Diamante, la mia preferita in assoluto, accosta scatti di meravigliosi paesaggi naturali a profili andatisi a formare naturalmente su alcune fette di pietra paesina, una roccia sedimentaria tipica della Toscana. Attraverso la composizione urbana di Produzione propria (2022), credo che Leone Contini voglia mandare un messaggio di denuncia alla politica che rimane ottusamente ancorata alla produzione ortofrutticola nazionale, inneggiando ai "Prodotti Italiani" ma danneggiando inconsapevolmente il nostro paese. Infine, nel video La danza degli attrezzi (2013), Nico Angiuli compara gli stessi gesti agricoli compiuti dai contadini (aratura, potatura, raccolta, pigiatura etc.) in periodi storici diversi, mostrando come la tecnologia abbia completamente rivoluzionato il lavoro nei campi.

È stato un viaggio davvero interessante, che mi ha lasciato molti spunti di riflessione e una nuova consapevolezza sull'arte contemporanea. Voto: 7/10.

"Concetto spaziale. Cratere" (1968), Lucio Fontana
"Concetto spaziale. Cratere" (1968), Lucio Fontana
"Cretto nero D" (1971), Alberto Burri
"Cretto nero D" (1971), Alberto Burri
"Patate" (1977), Giuseppe Penone
"Patate" (1977), Giuseppe Penone
"Malerba - Digitale purpurea" (2003), Giacinto Cerone
"Malerba - Digitale purpurea" (2003), Giacinto Cerone
"Alpi marittime" (1968), Giuseppe Penone
"Alpi marittime" (1968), Giuseppe Penone
"Non conforme" (2023), Emanuela Ascari
"Non conforme" (2023), Emanuela Ascari
"Giardino ideale project" (2016-2022), Michele Guido
"Giardino ideale project" (2016-2022), Michele Guido
"Granoturco caduto" (1968), Piero Gilardi
"Granoturco caduto" (1968), Piero Gilardi
"Edera magica" (1972), Giosetta Fioroni
"Edera magica" (1972), Giosetta Fioroni
"Produzione propria" (2022), Leone Contini
"Produzione propria" (2022), Leone Contini
Manifesto della mostra
Manifesto della mostra